La violenza sui soggetti deboli

Quasi con cadenza quotidiana assistiamo al perpetrarsi di inimmaginabili violenze su donne, minori, portatori di handicap, di tutti coloro che soggettivamente si trovano in una condizione di minorata difesa, quindi  soggetti meritevoli di protezione. Occorre sgombrare ogni dubbio sul fatto che i soggetti deboli siano sono coloro che subiscono molestie sessuali, nella realtà quotidiana vi sono innumerevoli situazioni di gravità, quali le aggressioni e pressioni sul lavoro, lo stalking di un ex compagno, la violenza psicologica indiretta subita dal minore che assiste passivamente a tragedie familiari, il sempre più diffuso fenomeno del bullismo nelle scuole o via internet.  La verità è che le norme giuridiche penali svolgono efficacemente la loro funzione preventiva se i destinatari sono in grado di comprenderle. Chi crede di affermarsi dando calci e pugni al più debole, chi ricerca il piacere sessuale attraverso la violenza esercitata sulla vittima, non percepisce i valori in modo normale, il senso dell’etica, il significato contrapposto tra bene e male, vengono vissuti in modo totalmente distorto. Martedì 20 maggio u.s. si è tenuto presso l’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano un importante convegno organizzato dall’ANAI (Associazione Nazionale Avvocati Italiani) avente quale argomento, la violenza sui soggetti deboli. Di altissimo profilo i relatori intervenuti sull’argomento, moderati dall’avv. Domenico Frasca, noto penalista del Foro di Milano. Il presidente della quinta sezione penale del Tribunale di Milano, dott.ssa Anna Maria Gatto ha aperto i lavori con un importante riflessione sul femminicidio, riassumendo in sintesi tutte le ultime novelle legislative che stanno tentando di arginare quella che è diventata una vera piaga che ha visto nel solo 2013 consumarsi ben 177 femminicidi di cui almeno 120 perpetrati all’interno delle mura domestiche. Successivamente è stata introdotta dalla dott.ssa Gloria Gambitta, magistrato della nona sezione penale del Tribunale di Milano, la Convenzione di Lanzarote, recepita dallo Stato Italiano quale strumento vincolante e  fondamentale per la tutela dei minori dagli abusi e dalle violenze sessuali. Non poteva mancare un intervento di respiro internazionale, grazie  alla presenza del dr. William J. Nardini procuratore presso il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti d’America, oggi magistrato di collegamento presso l’ambasciata americana a Roma. Interessante il suo intervento sulla soglia delle prove nel sistema penale americano, nonché, il confronto dialettico intercorso con l’avv. Frasca sull’applicazione dell’istituto del ragionevole dubbio nei due rispettivi paesi. Non poteva mancare la parola alla difesa, rappresentata dall’avv. Vinicio Nardo, segretario della Camera Penale di Milano, che ha introdotto la doverosa posizione processuale dell’avvocato dell’imputato che molto spesso si trova schiacciato in udienza dagli eccessivi strumenti a disposizione del pubblico ministero e delle parti civili a discapito di un giusto ed equilibrato confronto tra le parti. Illuminante è stato l’apporto del prof. Luca Bernardo, direttore del reparto di pediatria degli Ospedali Fatebenefratelli e Macedonio Melloni di Milano, quando con il suo intervento ha aperto uno spaccato sulla società moderna ed i suoi mali, configurando come la famiglia debba ancora essere un baluardo inscindibile per contrastare e superare tutte queste violenze. Dalla posizione privilegiata che il suo continuo laboratorio medico fornisce – prosegue il prof. Bernardo – si possono avvicinare le vittime del cyber bullismo, della prostituzione minorile, di tutti quei soggetti che a vario titolo vengono abusati, al fine di fornire loro oltre che un assistenza medica anche un sostegno psicologico e morale. In conclusione il dr. Dezzani, esperto in digital forensics, ha rappresentato una relazione sulla parte più tecnica del processo, quella che molto spesso fa la differenza nell’accertamento della verità, ovvero la cristallizazione delle prove in ambito informatico, in specie nei casi di pedopornografia on line, mediante l’utilizzo di softwere investigativi ad hoc. Nel corso del 2014 secondo il macabro bollettino, siamo arrivati ormai a 20 vittime di femminicidio. Sicuramente oggi vi è una maggior consapevolezza e sensibilità del problema, grazie anche a leggi più severe o a convegni come quello organizzato a Milano dall’ANAI, ma deve ancora essere estirpata quella mentalità tribale che la propria moglie, il compagno di scuola, il collega di lavoro, i minori, vengano considerati da alcuni come oggetti sui quali tutto è permesso.

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